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Il ciclo di vita del pidocchio

Un insetto parassita

Un pidocchio del capo (Pediculus humanus capiti) è un insetto dell'ordine degli Anoplura, che comprende oltre 490 specie di parassiti dei mammiferi che si nutrono del sangue dei propri ospiti. Ha un corpo lungo qualche millimetro, con sei zampe conformate in modo ottimale per aggrapparsi con facilità sia al cuoio capelluto sia ai capelli stessi ed è dotato di una bocca molto forte che gli consente di forare l'epidermide con il morso e di nutrirsi, tramite la piccola ferita inferta, con il sangue dell'ospite.

Tra l'altro, è proprio per nutrirsi che il pidocchio ci provoca quel caratteristico prurito che è il segnale più chiaro della sua presenza. Il parassita, infatti, inocula, tramite la saliva, un anticoagulante nella ferita che provoca con l'apparato boccale e questa sostanza, a sua volta, scatena una reazione allergica che provoca la sensazione pruriginosa. Sfortunatamente, la reazione alla sostanza anticoagulante viene percepita dall'ospite, nella maggior parte dei casi, troppo tardi, ossia quando ci sono già parecchie ferite e il numero dei parassiti è notevole. Per questo motivo, è molto raro che ci si renda conto di essere stati infestati dai pidocchi del capo prima che si sia già sviluppata una nutrita colonia di parassiti.

Una volta accertata la presenza del pidocchio, però, si può intervenire in modo sicuro e professionale, con la dovuta cura, utilizzando metodi e prodotti all'avanguardia, per rispettare il benessere del cuoio capelluto ed eliminare, al tempo stesso, i parassiti in modo definitivo.

L'habitat del pidocchio

Il pidocchio, come abbiamo visto, è un insetto parassita è quindi il suo habitat naturale è legato all'essere umano che, suo malgrado, lo ospita e lo nutre. Innanzi tutto, va chiarito che i pidocchi della testa non vivono in nessuna altra parte del corpo umano, anche se esiste una specie simile che infesta le zone ricoperte di peli, a eccezione della testa, e che, inoltre, non sono in grado di vivere su nessun altro mammifero.

Questo significa, dal punto di vista della loro diffusione, che i pidocchi possono passare solo da un ospite umano ad un altro, andandosi però a collocare sempre sulla testa e non altrove. Anche se possono vivere per pochi giorni lontani da un essere umano, questi parassiti cercheranno, appena possibile, di raggiungere una testa su cui stabilirsi. Il pidocchio, infatti, vive nelle migliori condizioni ad una temperatura tra i 35° e i 36°, che si registra, normalmente, su un cuoio capelluto di una persona in buona salute, e cercherebbe, se non disturbato da una variazione brusca delle condizioni del proprio habitat, di trascorrere tutta la vita sull'essere umano su cui è nato.

Dalle lendini ai pidocchi

Come tutti gli insetti, anche i pidocchi nascono da delle uova, chiamate lendini, che, coerentemente con il resto della vita del parassita, vengono saldamente ancorate ai capelli di un essere umano. Infatti, dopo l'accoppiamento, le femmine adulte del pidocchio iniziano a deporre le proprie uova, in un numero che varia dalle 4 alle 6 al giorno, e, per essere sicure che la prole resti sull'ospite senza cadere in modo accidentale, le femmine cementano ogni lendine alla base di un capello con un collante cheratinico secreto da loro stesse. Questo collante, che è molto simile alla sostanza di cui sono fatti i capelli, è estremamente efficace, come sanno tutti coloro che, nella propria vita, abbiano provato a staccare una lendine da un capello. Si tratta, in effetti, di un'operazione che richiede pazienza e strumenti adatti, come i pettini a denti fitti elicoidali in acciaio inox per poter essere davvero efficace.

Le lendini, alla vista, sono piccolissime sferette bianco-giallastre di diametro inferiore al millimetro in cui, dopo al massimo quattro giorni dalla deposizione, si nota la comparsa di un piccolo puntino nero, detto eyespot, che segnala lo sviluppo del sistema nervoso dell'insetto. Dopo altri 3-6 giorni, poi, la lendine si schiude e dà origine ad una ninfa, ossia un insetto ancora non pienamente sviluppato, lunga circa un millimetro e mezzo che inizia subito a nutrirsi del sangue dell'ospite per crescere e raggiungere lo stadio di esemplare adulto.

La ninfa passa attraverso diversi stadi di maturazione e tre mute, ma in circa due settimane dalla nascita diventa un esemplare adulto e sessualmente maturo, pronto a dare il proprio contributo alla diffusione della propria specie.

Una vita feconda e poco movimentata

A quel punto, il pidocchio adulto ha di fronte a sé la prospettiva di vivere per un altro mese, mese e mezzo, all'incirca e in questo tempo si dedica a nutrirsi, sempre attraverso le ferite che pratica sul cuoio capelluto dell'ospite, e, naturalmente, a riprodursi.

Tenendo conto della durata media della vita di un pidocchio e del numero di uova deposte al giorno, si ricava con semplicità il dato secondo cui una femmina adulta ha, nel proprio periodo fertile, che dura dalla maturazione alla morte, la possibilità di deporre anche 300 uova fecondate che daranno luogo ad altrettanti nuovi esemplari.

Si spiega così come, da pochissimi individui, si possano, in un tempo abbastanza breve, generare colonie di parassiti anche estremamente numerose e molto fastidiose per il malcapitato ospite.

Il pidocchio, è bene ricordarlo per sfatare alcune false credenze popolari, non è in grado né di saltare né, tantomeno, di volare e quindi, tendenzialmente, è destinato a rimanere sul cuoio capelluto in cui è nato, almeno finché l'essere umano che lo ospita rimane in buona salute. Non esistono, inoltre, condizioni specifiche, legate all'igiene personale o al colore dei capelli, come erroneamente si crede, che facciano prediligere ai parassiti un ospite rispetto ad un altro.

Il passaggio dei pidocchi tra due persone, infatti, avviene sempre per via casuale, o mediante il contatto diretto tra le teste, come accade frequentemente tra i bambini in ambiente scolastico o ludico, o attraverso il passaggio su oggetti di uso comune, come cuscini, asciugamani, berretti o spazzole.

Proprio per evitare che un trattamento superficiale lasci in vita alcuni esemplari, che, come abbiamo visto, sono in grado di rigenerare rapidamente una colonia, occorre eseguire l'eliminazione dei pidocchi e delle lendini in modo molto accurato, con interventi di controllo dilatati nel tempo.